Panzerotti & Calzoni: un sabato di festa tra Puglia e Napoli (Stoneline Diary, sabato 13 settembre 2025)

 




Panzerotti & Calzoni: un sabato di festa tra Puglia e Napoli

Dopo essere tornato dai miei viaggi tra Ischia e la Puglia, non potevo pensare a un modo migliore per festeggiare il rientro che organizzare una serata divertente in famiglia. Niente di troppo formale: una tavola imbandita di cose sfiziose, un po’ di musica, qualche risata, e soprattutto… qualcosa di buono da mangiare.

E allora ho deciso di mettere in padella due ricette che per me sono come due sorelle: i panzerotti pugliesi e i calzoni napoletani fritti. Un vero gemellaggio tra Sud Italia e Sud Italia, simili nella forma, ma con caratteri diversi e molto ben definiti.


Panzerotti pugliesi: piccoli scrigni bollenti

I panzerotti, tipici della Puglia, sono piccoli cuscinetti di pasta ripieni di pomodoro e formaggio (io ho usato un terzo di barattolo di pomodoro a pezzetti ben scolato, più una bella manciata di formaggio grattugiato e qualche cubetto di mozzarella). Una curiosità? A Bari e dintorni si dice sempre che il panzerotto “non si morde: scotta”. È un marchio di fabbrica! Non esiste panzerotto che non ti bruci un po’ la lingua al primo morso… ma è proprio lì il suo fascino.


Calzoni napoletani: cremosi e avvolgenti

Il calzone fritto napoletano ha un ripieno diverso: più morbido, più “cremoso”. Mozzarella o ricotta (e volendo un tocco di pomodoro), racchiusi nella pasta e fritti fino a diventare dorati e gonfi. La vera magia però arriva dopo: io li ho serviti con un sughetto preparato a parte con aglio, olio, pomodoro e basilico, versato sopra come fosse un mantello rosso brillante, e infine una spolverata di formaggio grattugiato. Il calzone diventa così una piccola pizza fritta in formato personale.





L’impasto base: semplice e versatile

Per entrambi ho usato un unico impasto di pasta di pane, preparato con:

  • 200/210 g di acqua tiepida,

  • 15 g di lievito di birra,

  • un cucchiaino di zucchero,

  • 400 g di farina,

  • 11 g di sale.

Da qui ho ricavato 6 panzerotti e 6 calzoni. Un bel mix, giusto per accontentare tutti e mettere a confronto le due tradizioni.

E per friggere? La mia fedele padella Stoneline Future. Ve lo dico senza esagerare: è un gioiello! Nonostante non abbia voluto usare troppo olio, non si è attaccato un solo residuo di frittura sul fondo, cosa che con altre padelle è praticamente un incubo. Per cucinare ho usato gli utensili Stoneline: sono delicati e non graffiano. 

Per pulire mi sono servito del panno originale Stoneline, ma sarebbe bastata anche una semplice spugna per rendere  la padella  già pulita: cucinare senza stress è davvero possibile con Stoneline!




Il dolce: crostatine di crema e pere

E siccome non c’è festa senza dolce, ho pensato di sfruttare il burro che avevo da consumare e adattare la mia solita frolla leggera all’olio. Ho sostituito i 50 ml di olio con 60 g di burro e ho preparato l’impasto con:

  • 80 g di zucchero,

  • 1 uovo,

  • un pizzico di sale,

  • 200 g di farina,

  • un cucchiaino di lievito,

  • scorza di limone grattugiato.



Ho diviso il tutto , stendendo la pasta frolla in due teglie da 18 cm;  ho cotte in airfryer a 150° per 15 minuti: crostatine perfette, senza accendere il forno!

Nel frattempo, nella mia padella Stoneline, ho tagliato due pere a cubetti, caramellandole con un pezzetto di burro e un cucchiaio di zucchero. Nella stessa padella ho poi preparato una crema al profumo di limone con 20 g di farina , un uovo, 50 g di zucchero, scorza di limone e 250 g di latte intero.




Ho fatto un gioco a strati:

  • un terzo della crema spalmata sul fondo delle crostatine,

  • sopra le pere caramellate,

  • e come copertura, i restanti due terzi trasformati in crema al cioccolato, grazie a 25 g di fondente sciolto dentro insieme a un pochino di burro.

Risultato? Due crostatine semplici ma golose, perfette per chiudere la serata in dolcezza.




Una serata da ricordare

Abbiamo brindato con una birra fresca, tra chiacchiere e assaggi, ridendo di chi preferiva il panzerotto e chi invece non avrebbe rinunciato al calzone. Io, alla fine, li ho amati tutti e due. È stato un modo carino per festeggiare il ritorno dai miei viaggi, portando in tavola un po’ di Puglia e un po’ di Napoli.

E voi? Quale delle due specialità scegliereste: il panzerotto bollente pugliese o il calzone fritto napoletano con il suo mantello di sugo? Fatemelo sapere nei commenti… e magari raccontatemi anche il vostro piatto preferito per trasformare un sabato qualsiasi in una piccola festa di famiglia! 🍻🍴


Se queste riflessioni e questo modo di vivere ti risuonano, scrivo una lettera a settimana qui:

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