Minimalismo o consumismo? La scelta giusta, nel rispetto del nostro pianeta (lunedì 29 settembre 2025)
Caro diario,
sempre più spesso rifletto sulle diffuse abitudini consumistiche, sul fatto che l'essere umano, pur essendo un semplice ospite su questo pianeta, ambisce a farla da padrone, ne dissipa le risorse, in una giostra consumistica che alla fine non dà vera gioia.
ll consumismo, infatti, è un gioco sottile: ci convince che la felicità consiste nell’acquisto di cose sempre nuove, nel possesso, nel riempire vuoti interiori con oggetti esterni. Funziona alimentando bisogni che in realtà non sono tali: il telefono "più veloce", la maglietta "di tendenza", l’oggetto che ci definirebbe agli occhi degli altri.
In questo meccanismo, il desiderio non si estingue mai: appena soddisfatto, rinasce sotto forma di una nuova mancanza.
Il minimalismo nasce come antidoto a questo inganno. Non è vivere con poco per privazione, ma scegliere consapevolmente ciò che conta davvero e lasciare andare il superfluo. In altre parole, non si tratta di avere una casa spoglia come una cella monastica, ma di coltivare un rapporto più libero con le cose, il tempo e lo spazio.
Ed è anche il nostro pianeta a guadagnarne da questo approccio, nuovo e più autentico alla vita.
Attuarlo nella propria esistenza può avvenire a piccoli passi:
Consapevolezza: osservare le abitudini di consumo. Quante delle cose che compri ti servono davvero? Quante finiscono dimenticate in un armadio?
Riduzione graduale: non buttare tutto di colpo, ma chiederti, oggetto per oggetto: “Mi è utile? Mi dà gioia? Ha un senso concreto nella mia vita?” Se la risposta è no, puoi venderlo, donarlo, riciclarlo.
Qualità invece di quantità: scegliere meno oggetti, ma più duraturi. Una pentola buona che dura vent’anni vale più di tre economiche che si rompono presto.
Tempo e relazioni al centro: il minimalismo non riguarda solo gli oggetti, ma anche come spendi il tuo tempo e a chi dedichi la tua energia. Dire “no” a impegni superflui è minimalismo tanto quanto liberarsi di un vestito mai usato.
Semplicità quotidiana: pianificare pasti semplici, camminare invece di guidare sempre, dedicare tempo alla natura o al silenzio: tutte pratiche minimaliste.
Il risultato non è “avere meno” ma vivere meglio, con più spazio per ciò che ti nutre davvero: relazioni autentiche, benessere, creatività, esperienze.
Ho scovato alcuni esercizi pratici per ridurre gli oggetti o gli impegni che non servono; tu che mi leggi, che ne pensi di far pratica?
1. Minimalismo negli oggetti: il “gioco dei 10 minuti”
Prendi una scatola o un sacchetto.
Dedica solo 10 minuti a cercare in casa almeno 5 oggetti che non usi, non ti servono o non ti piacciono più.
Mettili nella scatola: possono essere vestiti, accessori, piccoli utensili, soprammobili.
- Decidi la loro sorte: donarli, venderli, riciclarli.Se ripeti questo gioco una volta a settimana, in un mese avrai liberato casa da decine di oggetti senza fatica.
2. Minimalismo nel tempo: l’“agenda essenziale”
Prendi il calendario della settimana.
Evidenzia le attività che ti danno davvero valore: lavoro importante, momenti con persone care, attività che ti rigenerano (camminare, leggere, cucinare).
Guarda il resto e chiediti: “Se dicessi di no a questo, cosa succederebbe davvero?”
Prova a eliminare o ridurre un impegno superfluo. Quel tempo liberato puoi usarlo per qualcosa che ti nutre.
Questi due piccoli passi aiutano a capire che il minimalismo non è “togliere” ma fare spazio: uno spazio fisico e mentale che puoi riempire di ciò che conta.
Vi è anche un terzo esercizio sul denaro, che è spesso il terreno più insidioso del consumismo.
3. Minimalismo nel denaro: il “quaderno dei desideri differiti”
Tieni un piccolo quaderno o una nota sul telefono.
Ogni volta che senti il desiderio di comprare qualcosa, non comprarlo subito. Scrivi:
Nome dell’oggetto/esperienza
Prezzo
Data in cui ti è venuto il desiderio
Lascia passare 30 giorni.
Dopo un mese, rileggi:
Ti serve ancora davvero?
Ti renderebbe la vita più semplice o più complicata?
Sei disposto a rinunciare a qualcosa che già possiedi per far posto a questo nuovo acquisto?
La maggior parte delle cose, dopo 30 giorni, non sembreranno più così indispensabili. Quelle poche che resistono al tempo, probabilmente meritano di essere prese in considerazione.
Allora, ti ho convinto e vuoi cimentarti con uno di questi esercizi , così mi fai sapere nei commenti?
Con queste pratiche forse si può iniziare a spostare l'attenzione sul fatto che non è più il consumismo che decide al posto nostro, ma siamo finalmente noi che iniziamo a fare le nostre scelte, con calma e consapevolezza.

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