Filosofia di vita giapponese: sentire il tuo Ikigai e vivere il Ma nelle tue giornate (16/12/2025)
Caro diario,
da un po' di tempo, nelle mie ricerche in Internet, spulciando qua e là i video su Youtube, sono rimasto catturato dalla filosofia di vita giapponese.
Mi colpisce non sono per quell'idea di ordine e equilibrio, ma soprattutto per l'accento posto sull'essenzialità e minimalismo.
Forse la filosofia di vita giapponese affascina proprio perché non è un sistema unico, ma una trama di idee, pratiche e sensibilità che convergono verso un modo di stare al mondo più essenziale, sobrio e armonioso. È un minimalismo profondo, non legato alla moda, ma a un’intera visione dell’esistenza.
Wabi-sabi: la bellezza dell’imperfezione
È forse il cuore più poetico dello stile di vita giapponese.
Il wabi-sabi insegna che nulla è completo, nulla è perfetto, nulla è per sempre — e proprio per questo ogni cosa ha una sua bellezza.
È la tazza sbeccata che continui a usare perché ti ricorda una storia, il legno consumato, la foglia che ingiallisce.
È un invito a ridurre il superfluo e a vedere il valore nel semplice.
Ma: il “vuoto” che dà senso alle cose
Nella cultura giapponese il vuoto non è assenza, ma spazio vitale.
Il ma è la pausa tra due note, l’intervallo tra due oggetti, il silenzio che permette alle parole di respirare.
È uno dei principi più vicini al minimalismo: eliminare non per privazione, ma per permettere al resto di esistere con più intensità.
Ikigai: vivere secondo ciò che dà senso
L’ikigai è quell’incrocio tra ciò che ami, ciò che sai fare, ciò di cui il mondo ha bisogno e ciò per cui puoi essere sostenuto.
È un’idea semplice e rivoluzionaria: la vita ha valore quando la orienti a ciò che ti fa sentire “vivo” ogni giorno, anche nei gesti minuscoli.
Non richiede di stravolgere tutto: a volte l’ikigai è un piccolo rituale quotidiano, un hobby manuale, un cammino nella natura.
Shinrin-yoku: il bagno nella foresta
È la consapevolezza che la natura cura.
Camminare lentamente tra gli alberi, respirare profondamente, ascoltare il vento: è un modo per tornare presenti, per rallentare la mente.
È minimalismo psicologico: ridurre la complessità interna ritrovando un ritmo più umano.
Kanso: la semplicità come scelta estetica e di vita
Il kanso è uno dei principi del design zen: eliminare l’inutile, valorizzare l’essenziale.
Casa, abiti, oggetti, ma anche pensieri.
Non è povertà, è intenzionalità.
Ogni oggetto rimasto deve “meritarsi” il suo posto, portare funzionalità o serenità.
Shokunin: il valore della cura in ciò che fai
Nella cultura giapponese il mestiere — qualunque esso sia — è portato avanti con devozione.
Lo shokunin è l’artigiano che ripete un gesto mille volte per raggiungere l’eccellenza, ma anche chi prepara il tè come se fosse un rito.
È una forma di meditazione nel quotidiano: la qualità come presenza mentale.
Perché questo stile di vita attrae tanto?
Probabilmente, ciò avviene perché contrasta la frenesia del mondo moderno.
Offre calma, silenzio, tempo, e una forma di bellezza che non dipende dal possesso, ma dalla consapevolezza.
È un minimalismo che parla anche del mio stile di vita: natura, benessere, meditazione, lentezza… e forse anche il desiderio di vivere in modo più leggero, più vero.
A te attira questo stile di vita? Scrivimi nei commenti come introdurresti il wabi-sabi nella tua casa, come troveresti il tuo ikigai e se riesci a vivere il ma nelle tue giornate.
Se queste riflessioni e questo modo di vivere ti risuonano, scrivo una lettera a settimana qui:
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